infanzia tradita

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“Quando avevo l’età di questi bambini sapevo disegnare come Raffaello, ma mi ci è voluta tutta una vita per imparare a disegnare come loro.”

Pablo Picasso

E se Picasso, bambino, vivesse ai giorni nostri? Domanda insolita?

Quale realtà tremendamente assurda potrebbe spezzare il suo volo? Il suo atto creativo?…

Oggi, troppo spesso, qualche “saggio” medico si diletta ad esiliare con saggi e apparenti realtà scientifiche il  mondo dell’infanzia estirpandone le domande, i perché, l’innata curiosità volta alla scoperta. Per troppo tempo sono rimaste chiuse in un oblio storie di vite offese ed umiliate, circondate da un’assurda indifferenza. IO, semplice donna, insegnante, ho raccolto le loro testimonianze e oggi cerco di raccontarle come se le raccontasse la voce limpida e spontanea dell’infanzia, senza dogmi…senza timore del racconto

 fiaba tratta da una storia di ordinaria follia

C’era una volta un grande medico che scriveva tanto, tanto, qualcuno diceva anche troppo. Dall’altra parte della città esisteva una mamma che si recò dal grande medico, per giunta psichiatra in una grande azienda sanitaria, perché il suo figliolo di soli sei anni parlava troppo, troppo e suonava sempre, sempre. Questo gliel’avevano detto le maestre. Mi chiedete se è una storia vera? Povera me! Sono costretta a dirvi di sì! La storia ha un numero di protocollo, un foglio scritto dal grande medico che nel suo miracolo temporale scrive di formule magiche nei totem di psichiatria. Il mago in soli dieci minuti pronuncia alla mamma il verdetto speciale: “Un caso particolarissimo! Sindrome di autismo intellettivo! Sindrome rara…” Inoltre disse che il povero bambino parlava tanto perché non capiva e non avrebbe mai chiesto il perché delle cose che vedeva. Il medico quindi propose alla mamma una strana pozione magica: due anni di psicoterapia da concordare con una psicologa di sua fiducia, un flacone al giorno di caramelle psicofarmacate e il timbro nell’apposito modulo per mettere il bambino in una provetta per la ricerca. Ma quando il bambino si mise a piangere, chiedendo alla mamma perché il mago non avesse pronunciato la parola bambino, la mamma lo prese tra le braccia e riascoltò la sua bellissima musica….

Dal mago medico non ci tornò più!

Mago od orco?….

 

Perché non accada più…

Afferma il filosofo Emmanuel Kant:

“Ci sono dei medici che pensano di scoprire una nuova malattia ogni volta che trovano un nome” E forse è proprio così che nel corso degli anni aumentano le pagine del famoso D S M cioè il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi mentali. Ogni nuova malattia mentale viene stabilita attraverso discussione e voto di gruppi di esperti. Il DSM quindi si fonda su ciò che gli psichiatri chiamano consenso che in realtà è una votazione dei membri dell’American Psychiatric  Association e non una procedura scientifica. Col passare degli anni, i compilatori del famoso DSM, si sono accorti che potevano estendere la propria influenza nei riguardi di una quantità pressoché infinità di atteggiamenti e problemi mentali. Vi ritrovate da qualche parte nella lista ?  Perché tra l’elenco dei disturbi troviamo: il disturbo del calcolo- la brutta calligrafia- timidezza-snobismo-goffaggine-bere troppo caffè-aver piacere nel fumo di tabacco-incapacità di dormire dopo aver bevuto troppo caffè(questi “importanti” disturbi mentali li troviamo nelle pagine numerate con tanto di etichettatura) .

E se un bambino è distratto, magari indifferente alla voce così eloquente e riflessiva dell’insegnante? Ecco pronta la diagnosi! Basta sottoporre gli sprovveduti genitori ad una lista di domandine, così semplici e innocue. Ecco alcune domande del formulario magico:1-muove spesso mani e piedi 2-è distratto facilmente da stimoli esterni-3-spesso sembra non ascoltare quanto gli viene detto-4-spesso chiacchiera troppo-5-spesso spiattella la risposta prima che abbiate finito di fare la domanda-

Scusate… se vi sono sei risposte affermative, la diagnosi è pronta!! Dal formulario magico viene estratta la formula di: Deficit di attenzione e iperattività! Il caso è risolto!! A qualche genitore, il test può sembrare come quelli che appaiono in alcune riviste femminili dove ci divertiamo a rispondere ad una serie di domande chiuse per sapere, ad esempio, se siamo gelosi, timidi…Ma il dubbio, il confronto, viene subito tacitamente eliminato. D’altra parte, il test al quale sono stati sottoposti, è stato presentato da medici illustri, accademici, primari di rinomata fama. In tempi rapidi e precisi, gli insigni studiosi, hanno individuato come nella moderna società sia diffuso un “disturbo mentale” causato  probabilmente da uno strano squilibrio biochimico. Certo, i poveri genitori possiedono ben poca  dimestichezza  con l’appropriata terminologia medica. Gli studi, le varie comparazioni, parlano di possibili squilibri nella condizione chimica del cervello, di possibile trasmissione genetica. Magari a qualcuno potrebbe ritornare utile qualche nozione di diritto,  studiata ai tempi del liceo, perché se l’onere delle prove spetta a chi afferma tale conclusione, dovrebbero essere tracciati test biologici, esami clinico-strumentali. Comunque qualche saggio medico, consiglia loro di non inoltrarsi nello studio della psichiatria….si perderebbero in breve tempo! Deve essere solo una semplice questione di fiducia!!

E se il disturbo si trasformasse in una specie di virus contagioso verso gli altri figli? In effetti, secondo le ultime statistiche, almeno il 10% della popolazione scolastica ne è afflitta, ma per fortuna esiste un’innocua  cura preventiva. Insomma, se al soggetto affetto da disturbo di attenzione e iperattività (siglato come ADHD) il dosaggio delle caramelle psicofarmacate è di quattro dosi giornaliere, ai fratelli, portatori sani, basterà dargliene la metà. Il nome poi, della potente ed energica caramella psicofarmacata ha un nome semplice, che presto diventerà familiare a tutti i membri parentali.

bibliografia

E’ uno psicofarmaco, precisamente un anfetaminico (in voga tra  alcune comunità di tossicodipendenti negli USA negli anni Settanta) la vendita di  questa pozione magica negli ultimi anni è aumentata da 2,8 tonnellate nel 1990 a 20 tonnellate nel primo decennio del 2000.

Ecco alcuni effetti collaterali :

problemi cardiaci(tachicardia, aritmia, arresti cardaci)- manie, psicosi e allucinazioni, depressione, aggressività, crisi di pianto, stati confusionali, comportamenti ossessivi, anoressia, insonnia, perdita di elasticità nel ragionamento, incapacità a esprimere emozioni, a stupirsi, a porre domande, tendenza a comportamenti passivi e sottomessi, ritardi e disfunzioni nella crescita ….

E…

IL BUCO NERO

  fatali suicidi?

Alcuni studi hanno individuato come il suicidio sia la principale complicazione nell’astinenza dallo stimolante usato per “curare” il disturbo di attenzione e altri disturbi simili. La Drug Enforcement Administration americana, nel rapporto sugli psicofarmaci somministrati in età giovanissima scrive: “L’alta percentuale di tentati suicidi è compatibile con l’alta frequenza di depressione associata all’uso dello stimolante”

La mamma del piccolo Raymond  racconta: “Mio figlio era un ragazzo intelligente, ci voleva una buona dose di intelligenza per stare al passo con lui. Essendo dotato intellettualmente, questo lo portava ad annoiarsi a scuola. A febbraio mio figlio venne classificato come “iperattivo” e gli vennero prescritti dei farmaci come trattamento. Quattro mesi più tardi Raymond si uccise, impiccandosi. Io non ero mai stata avvertita sugli effetti collaterali legati all’astinenza.”

Colombe disegno a matita su carta 1890-le-colombe Pablo Picasso

E cosa risponderebbe qualche saggio medico psichiatra ad una delle frasi più suggestive di Pablo Picasso, “Se uno sa già esattamente cosa vuol fare, perché poi lo dovrebbe fare davvero? Dato che lo si conosce già, è del tutto privo di interesse. E’ meglio fare qualcos’altro”  ?

Forse potrebbe iniziare da qui un breve e circostanziato dialogo tra il piccolo Pablo e un saggio ed esperto studioso di bambini .

POVERO PABLO…

“Ecco…tipico modo di procedere senza una reale considerazione con la realtà. Il bambino è convinto di sapere far tutto…si individua già la tipica sintomatologia di una deviata personalità narcisista, che lo conduce ad interessi futili e superficiali. Sintomatica è la frase “dato che lo si conosce già”. Si evidenzia quindi una patologia dello sviluppo della personalità. Deduzioni semplici, chiare e precise che lo studioso dovrà rivedere nel corso dell’età adolescenziale che vivrà il giovane paziente.

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Con il passar del tempo, il sommo esperto riesce ad  affinare ulteriormente la tecnica necessaria per ricercar domande adeguate da sottoporre al giovane paziente. E considerata la storia pregressa, l’adolescente rientrerà sicuramente nei nuovi casi di disturbo della personalità. Due, al massimo cinque minuti, e la questione sarà risolta.

In fin dei conti è necessario solo iniziare con qualche rituale domanda per comprendere il suo dominante, non più latente, istinto compulsivo.  Comunque un tono di rispettosa e benevola educazione non guasta mai! Pragmatico il dialogo, senza dimenticare di dare del “lei” al  giovane paziente.

“Lei , mi dice che continua a dipingere, ma c’è un momento in cui pensa di aver concluso il suo lavoro?”

Rapida la risposta del giovane Pablo: “Non viene mai il momento in cui puoi dire: ho lavorato bene e domani è domenica. Appena hai finito, ricominci di nuovo da capo. Puoi mettere da parte un quadro e dire che non lo tocchi più, ma non puoi mai scriverci la parola fine”

Compiaciuto, decisamente compiaciuto di sé, del suo innato intuito nel risolvere rapidamente anche i casi più complessi, il saggio medico non formula più nessuna domanda. Non è proprio necessario! La sindrome rientra esattamente nel grande Totem della psichiatria: quel povero bambino narcisista, nell’età adolescenziale evidenzia i tratti tipici di uno spettro autistico- compulsivo. Si veda l’ elemento compulsivo nell’espressione “appena hai finito, ricominci da capo”. Si deduce quindi che il mezzo pittorico è utilizzato per “risolvere” apparentemente forti conflitti interiori.

Ma i dipinti parlano da soli…

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olio su tela-scienza e carità -dipinto da Pablo a soli sedici anni

Le frasi sopracitate sono state realmente dette da Pablo Picasso

Passa il tempo e ridivento fanciullo…

invento e trasformo con lo sguardo di un bambino

 Pablo Picasso : Idillio a Vallauris

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A Parigi, durante l’occupazione, Picasso conobbe la giovane pittrice Francoise Gilot, che in seguito prese a fargli  spesso visita nel suo atelier. La giovane intellettuale piacque sempre più al pittore e divenne la sua compagna. Nel 1948 l’artista si trasferì con lei a Vallauris, antico centro di arte vasaia della Francia meridionale, nella villa “La Galloise”. Francoise è spesso presente nelle opere di quel periodo ed è interessante osservare le trasformazioni, proprie di un fanciullo, a cui l’artista la sottopone, attraverso una serie di metamorfosi che ce la restituiscono sotto forma di fiore.

 

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Nel 1947, Francoise mise al mondo Claude e due anni dopo Paloma. Nel quadro olio su tela” Claude che disegna”, Picasso ritrae i suoi due figli più giovani, intenti ai loro giochi, mentre la madre li avvolge con un gesto che trasmette un senso di sicurezza.

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 La recente riscoperta del mondo dei bambini viene rielaborata da Picasso in numerose rappresentazioni metaforiche, ma anche molte sue divertenti sculture materiali degli anni Cinquanta sono state sollecitate dai giochi per bambini. Elaborò un’automobile giocattolo che suo figlio aveva ricevuto in regalo, trasformandola in una scultura raffigurante la testa di una scimmia, con i due fari al posto degli occhi.

L’infanzia in musica: di C. Debussy : children’s corner

pianista: Arturo Benedetti Michelangeli

 

Questo mio post è dedicato al piccolo Michael, orfano dei genitori, che continuava ad uscire nel giardino della scuola per ricercare nidi di uccelli. A quel momento indimenticabile nel quale afferrò tutto il suo coraggio per chiedermi con voce ferma e decisa: “Scusa…ma secondo te, chi è più bravo a dipingere?  Vincent van Gogh o io?”

 

per chi fosse interessato ad approfondire ecco la bibliografia dei più recenti studi

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Con la speranza di aver dato un contributo per qualche riflessione su storie troppo spesso nascoste

A presto

Adriana Pitacco