Gioia!

bty

Non vi è più nessun mare in tempesta…

Raminghi, i colori notturni lasciano il passo a macchie di luce pronte a svelare il giorno.

Adesco, con il sole nascente, il mio porto migliore,

il mio porto più sicuro.

Perché la vita è immensa…

 

Approdo in un magico giardino.

il giardino fiorito

Passi leggeri catturano la mia vista, quei tuoi passi che si fondono con il ritmo colorato di una rinnovata fioritura. E, nella volta celeste del tuo sorriso, riconosco il tuo volto, la tua voce, ancora così malinconica e  preziosa nel custodire la vera lezione di felicità. Da sempre desideri rimanere nell’ombra e affidare le sorti dei tuoi dipinti ai tuoi amici, alle persone che ami. Questa volta tocca a me scoprire la voce del tuo ultimo ritratto, della tua ultima opera che tu ami definire “volutamente incompiuta”, perché l’ultimo tocco spetta a chi riesce a cogliere il motivo della sua nascita, la musica della sua esistenza.

pianoforte

Qualche dubbio mi assale…forse dovrei rinunciare all’impresa perché questo ritratto mi appartiene.

Ora dovrò specchiarmi sui tuoi colori, sulle tue linee, dentro al lavorio laborioso delle tue mani, e scoprire dentro al tuo ritratto, al mio volto, la tua lezione di felicità.  Anche se questa volta non potrò barattare il dolore o assopite delusioni con l’arte della scrittura.

Decido di iniziare dalle uniche tracce che mi hai lasciato: il titolo “Gioia!” e una piccola finestra, a destra del quadro, che hai voluto rappresentare con queste parole: “La vedi quella piccola finestra? Ti custodisce sapientemente.”

Non so per quale magia, per quale alchimia del destino, ma lo sguardo profondo delle tue mani ha saputo dipingere quelle parole che hanno accompagnato la mia gioventù: “Ricordati  che nella vita l’interno e l’esterno si fondono in un’unica e dolcissima sensazione, sta a te saperla cogliere”

Come fai a conoscerle?

L’invisibile orchestra dei ricordi ora suona la melodia di un volto che ho amato: il dolcissimo volto di mia nonna.

Finalmente comprendo…

Nei tuoi ritratti cogli l’anima di ogni donna, di ogni uomo, in quelle tracce della memoria che scolpiscono il loro presente. Ma nessun segreto ti appartiene senza prima averlo vissuto nella trama del tuo quadro.

E mentre i tuoi colori si trasformano in delicatissime finestre aperte al mondo, all’attimo della gioia, si sciolgono i nostri dubbi, le nostre paure, i nostri dolori.

“Perché vi è sempre un punto di contatto tra la realtà filtrata attraverso una finestra e l’armonia della nostra anima musicale.”

Così parlasti quando ti rinchiusero dentro alle antiche mura, dentro a terre alimentate dal sangue delirante dei pregiudizi, dentro all’odio ostile verso tutto ciò che era diverso.

In esilio, ai confini del mondo.

QUADRO MARA DONNE

 

Pronti a dilapidare la forza delle tue idee, la forza del tuo coraggio.

Ma non dimenticasti mai di aprire la tua piccola finestra.

Mai.

Ti ritrovai dopo anni, nella luce di settembre, pronta a raffigurare un nuovo giorno ancora scortato dall’estate.

Lacrime silenziose scendevano come perle sul tuo volto, usurpato dal dolore ma mai smarrito, poi un minuscolo battito d’ali, e in quel capriccio del volo iniziò il levar delle tue parole: “La vedi?  Quell’inquieta farfalla si sta tuffando nel calice e s’infiora di vita disponendo il progredir dei suoi giorni. Vive la cadenza dei suoi giorni verso la morte, osservando la vita. Non perde nulla del suo viaggio, nulla! Si diverte a mostrarci la calligrafia della sua morte, ma per ogni volo vive ogni giorno come una vera e unica opera d’arte. Sarà così anche per me, lo so!”

le ballerine

E oggi, di nuovo,  si riempie d’azzurro il confine del tuo occhio

Si librano in volo nuovi volti

i tuoi nuovi ritratti di gioia

nel giardino dell’anima

rosa rugiada

 

con le parole del grande Cesare Pavese

 

Girerò per le strade finchè non sarò stanca morta

Saprò vivere sola e fissare negli occhi ogni volto che passa e restare la stessa

Questo fresco che sale a cercarmi le vene 

è un risveglio che mai nel mattino ho provato

soltanto mi sento più forte

che il mio corpo accompagna il mattino

 

Son lontani i mattini che avevo vent’anni

e domani ventuno: domani uscirò per la strada,

ma ricordo ogni sasso e le strisce di cielo.

Da domani la gente riprende a vedermi e sarò ritta in piedi

e potrò soffermarmi a specchiarmi in vetrine.

I mattini di un tempo, ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo di essere io che passavo, una donna padrona di se stessa.

La magra bambina che fui si è svegliata da un pianto durato per anni

Ora è come quel pianto non fosse mai esistito

E desidero solo colori.

I colori non piangono, sono come un risveglio: domani i colori torneranno.

Ciascuna uscirà per la strada, ogni corpo un colore, perfino i bambini.

Questo  corpo vestito di un rosso leggero

dopo tanto pallore riavrà la sua vita

Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi

e saprò d’esser io: gettando un’occhiata mi vedrò tra la gente

Ogni nuovo mattino uscirò per la strada cercando i colori

 

L’ARTE E LA VITA: finestre aperte al mondo

Henri Matisse

bty

“L’esterno e l’interno si fondono nella mia sensazione”.

Sono le parole pronunciate da Matisse che svelano la trama del quadro “Finestra a Coilloure”

bty

Attraverso il suo sguardo, Matisse ci racconta quella narrazione modulata a due voci, quel canto e controcanto, tra la sua voce più intima e la Vita. Un’arte, quindi, che nella sua profonda intimità, coglie con i suoi quadri quella finestra aperta al mondo, preludio della gioia di vivere. Nel suo saggio “Note di un pittore”, Matisse scrive di voler esprimere con la sua arte il sentimento in tutte le sue forme. Indimenticabili rimangono le sue inestimabili parole: “Solo la figura mi permette di esprimere al meglio il sentimento in qualche modo meraviglioso che ho per la Vita. La pittura mi ha mostrato il Paradiso!”

Anche verso la fine della sua vita, sebbene debilitato da una grave malattia, questo grande Uomo, non rinuncia a scoprire quotidianamente nei volti amati la vera essenza dell’arte e della vita. Apre quindi la sua magica finestra e trasforma in una dolcissima melodia due realtà apparentemente dissimili: l’interno e l’esterno.

Poco prima di morire, Matisse fissa un carboncino su una lunga canna di bambù e traccia sul soffitto della sua camera, i volti sorridenti dei suoi amati nipotini.

bty

E nell’infinito attimo del presente, nel sorriso di chi amiamo, nella forza delle nostre idee

per sempre

vivremo l’interno e l’esterno in una gioia eterna!

 

Dedicato a Mara, al destino di un incontro

per sempre

Adriana

 

quadri postati:

di Mara – Gioia! – ritratto del mio esilio-Opera

Di Matisse – Autoritratto 1918- Finestra a Coilloure 1905

brano musicale: Renele Fleming- canta “Vocalise” op 34 di Rachmaninov

Un angolo del mio magico giardino è rappresentato dall’ulivo in giallo e da una delle mie dolcissime rose vestita di rugiada.

a presto

Adriana Pitacco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

24 pensieri su “Gioia!

  1. “…. perché l’ultimo tocco spetta a chi riesce a cogliere il motivo della sua nascita, la musica della sua esistenza.”

    Arte, anima, gioia e dolore insieme, l’attimo che fugge e che si rinnova in un battito d’ali, la vita.. e tanto tanto altro in questo meraviglioso viaggio che ci hai donato, un testo bellissimo, che custodirò come un caro regalo. Buon pomeriggio, cara dolce Adriana.

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    1. Sei la voce narrante della vera gioia!
      Sai…sto sognando di avere accanto a me i miei amati musicisti: Debussy, Mozart, Beethoven….
      A loro chiederei solo di trasformare le tue dolcissime parole in una melodia…
      perché in questa orchestra della vita ho avuto il dono di ascoltare la voce narrante della vera gioia!
      Adriana

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  2. La parte che mi ha colpito di più di questo post è quella in cui parli della capacità del pittore di cogliere l’essenza di ogni persona che ritraeva, uomo o donna che fosse, e di saperla poi rivelare al mondo tramite i suoi dipinti. Questo è un talento che mi è sempre mancato: non ho mai avuto la perspicacia di capire se chi mi stava davanti era una persona buona o cattiva, tranne che nei casi più evidenti. Probabilmente questa mia mancanza di intuito deriva anche dal mio buonismo, che mi porta sempre a vedere il lato buono delle persone e a non accorgermi di quello cattivo.
    Ovviamente da quando ho preso coscienza di questo mio limite mi sono adeguato di conseguenza, assumendo un atteggiamento diffidente al massimo (non asociale, solo diffidente) e imparando ad aspettarmi di tutto da tutti, anche dalle persone più insospettabili. Anzi, ho imparato che proprio le persone stimate da tutti e apparentemente irreprensibili sono spesso le più pericolose in assoluto.
    Molto bella anche la parte in cui parli dell’affetto che Matisse nutriva per i suoi nipotini: per me che sono così attaccato al valore della famiglia, sapere che lui condivideva questo mio principio me l’ha fatto apprezzare ancora di più.

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    1. Carissimo, mentre leggevo le tue parole ritornava una voce straziante vissuta, e mai dimenticata, in un attimo sconvolgente della mia gioventù. Vissi quella voce nel suo pianto dirompente, mentre mi mostrava i segni delle violente percosse che subiva da suo padre dall’apparenza così riservato, dal tono così pacato e cordiale, pronto ad indossare giornalmente l’abito del ” buon padre”, del perfetto modulatore di idee sempre in “quieta” armonia con il saggio rispetto dei “sani” principi sociali. Ma quel padre possedeva l’abilità famelica di diventare un predatore camaleontico nel trasformarsi e mimetizzarsi con le più crude violenze domestiche. Quel padre tentò di soffocare quella voce, di infangare anche il suo pianto. Ma non ci riuscì! Quelle lacrime trovarono il loro riscatto… Quella voce non peregrinò più da un ospedale ad un altro, da un centro di recupero, ad un altro…. Ritrovò il suo inconfondibile timbro, il suo passo melodico , ritornò alle sue origini diventando un famoso puparo siciliano. Il riscatto della sua esistenza mi ha donato la vera testimonianza del potere strabiliante dell’arte. Perché dal suo riscatto ha sempre vissuto l’arte come quell’infinita comunità tinta di giallo, tinta anche dalle parole di Vincent van Gogh.

      Dalle lettere di Vincent ” Sai tu ciò che fa sparire questa prigione? E’ un affetto profondo, serio. Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione per potere sovrano, per grazia potente. Ma chi non riesce ad avere questo rimane chiuso nella morte. Ma dove rinasce la simpatia, lì rinasce la vita”
      E allora continuiamo a colorare il mondo con i nostri pensieri, con le nostre parole…
      in fede al coraggio!
      Un caro saluto
      Ps: ti ringrazio per avermi mandato il link del tuo post che domani commenterò con infinito piacere
      Adriana

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      1. Ti aspetto a braccia aperte! E faccio tanti complimenti al tuo amico: non è affatto semplice non farsi schiacciare dai traumi del passato, soprattutto quando risalgono all’infanzia, la fase della vita più delicata e che più influisce sullo sviluppo di tutta la nostra vita. Non mi stupisce che una personalità così forte (nel senso migliore del termine) abbia attirato la tua attenzione e conquistato il tuo affetto. Grazie mille per questa ricchissima e splendida risposta! 🙂

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  3. “Ricordati che nella vita l’interno e l’esterno si fondono in un’unica e dolcissima sensazione, sta a te saperla cogliere”
    “Perché vi è sempre un punto di contatto tra la realtà filtrata attraverso una finestra e l’armonia della nostra anima musicale.”
    Sono le frasi che, ancora più di altre, mi hanno colpito per la loro verità e perchè, in modi diversi, ciascuno di noi – anche se non è pittore – può vivere tutto questo nella propria esperienza attraverso il proprio sguardo. Uno sguardo interiore sull’esistenza, sulle persone e sulle cose, uno sguardo capace di farle proprie e che tu, Adriana, hai sapientemente ricostruito nella vita di Matisse.
    Sublime la scelta musicale.
    Grazie di cuore!!!

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    1. Carissima, questa nostra “piccola finestra aperta al mondo” è il canto universale della musica.
      Ho vissuto quel canto fin da piccolissima ascoltando la voce splendida di mio padre, osservando le sue mani che accarezzavano magiche perle bianche, quei magnifici tasti del pianoforte che troneggiava imperioso proprio accanto alla mia magica finestra.
      Le mie prime scoperte nel mondo magico dell’infanzia, furono gli accordi, i vocalizzi di mio padre e il mare….immenso e infinito che si offriva al mio sguardo proprio al di là della mia piccola finestra…
      e “L’interno e l’esterno si fondevano in una dolcissima sensazione” così unica, così vitale.
      Ed è proprio da questa dolcissima sensazione che a mio figlio Gianluca, il mio pianista dell’anima, ho sempre detto queste parole:” Va dove c’è il sole”
      perché questa è la musica…
      questo è il motivo della mia esistenza
      Ti saluto, augurandoti una settimana che possa avere tutta la bellezza del brano che sto ascoltando -Schubert Sonata 960 per pianoforte
      Un grazie sincero
      Adriana

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      1. dopo aver letto il posto mi è capitato di leggere questo tuo commento che è un altro post…spontaneo e meno filtrato del primo, perché qui parli di tuo padre e della finestra che unisce, più che separare, due mondi.
        Dal padre al figlio
        un’onda di amore, di musica, legami invisibili per chi non li sa vedere o sentire. Molto forti.
        Il post è sicuramente l’esito di tue letture, tue riflessioni, specchio di grande sensibilità.
        Reduce da poco da Parigi, mi piace pensare a Matisse 🙂
        a presto su queste pagine, cara Adri

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      2. E’ una gioia ricevere queste tue splendide parole che mi fanno rivivere l’incanto di quella piccola finestra magica….
        Finestra che accoglieva dolcemente lo sguardo incantato di una bambina e la voce struggente di mio padre.
        La sua voce, il mio canto…
        l’abbraccio universale!
        Grazie infinitamente
        Adriana

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  4. L’universo per quanto grande è contenuto tutto nell’animo dell’uomo, di ogni uomo. Per questo motivo non c’è niente nel mondo che non sia anche dentro di noi, basta saper cercare, saper sentire… Gli artisti sanno, fondono il sentire con l’essere, danno sostanza alle emozioni e vivificano il reale. Ecco perché ogni artista che ci presenti, con l’intensità do cui tu solo Adriana sei capace, è una nuova scoperta del mondo e dell’uomo. Grazie e a presto

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    1. Carissimo poeta, a volte mi chiedo: “Cosa sarei se non amassi l’arte in tutte le sue misteriose sfumature?”
      Attraverso questa musa, così dolce ma nel contempo così avversa ad ogni pregiudizio nella sua conoscenza, vivo il canto della mia infanzia….
      quel canto che rende ancora il mio sguardo complice con la meraviglia, così felice di avventurarsi ogni giorno in quello che Virginia Woolf chiama “il riflesso dell’altro”
      perché in ogni riflesso dell’altro troviamo la nostra voce
      Un grazie infinito

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  5. Cara Adriana sai sempre raccontarci con intensità ciò che la vita sa regalarci in bellezza. Non a caso Matisse adorava i colori perché di ciascuno sapeva cogliere le sfumature rappresentandole con armonia sulle sue tele , comprendendo che in fondo, tutta la vita mia cara è colore. Dalle tinte più delicate a quelle più forti , nessun colore escluso. E la musica, armonia infinita, può solo metterci in contatto con il bello, che è fuori dalla finestra , ma che può vivere anche in noi se sappiamo rimanerne attratti.

    ” Trovare la gioia nel cielo, negli alberi, nei fiori. Ci sono fiori dappertutto
    per chi vuole davvero vederli”. Henry Matisse

    Un bacione e sempre grazie . Isabella

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    1. Carissima poetessa, le tue, sono parole che fioriscono in tutta la loro bellezza dentro il nostro ritmo giornaliero.
      Hai riportato una delle frasi magiche di Matisse “Trovare la gioia nel cielo, negli alberi, nei fiori. Ci sono fiori dappertutto per chi vuole davvero vederli” La bellezza, vivere di bellezza… questo è il vero segreto che ci appartiene!
      Ieri, in quei momenti nei quali un figlio rivolge alla madre il suo scoramento per quanto sia così difficile per un giovane vivere il proprio sogno, ho intessuto con lui parole che raccontavano di voci preziose :” Non dimenticare mai il significato profondo della bellezza, mai, mai! Ma per amare la bellezza, prima di tutto ama te stesso, il coraggio del tuo sogno. Vedi…nei giorni in cui tuo papà aveva subito quel serio incidente, ripresi con forza il mio coraggio ascoltando le voci dei fiori, la voce eterna di un’infinita sbocciatura”
      Forse per qualcuno potrebbe sembrare un dialogo inconsueto, ma parlo come vivo.
      Un grazie infinito
      ti abbraccio forte
      Adriana

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      1. Cara Adriana è, il tuo linguaggio, andare al fondo delle cose, insegnare che l’unica via da percorrere è quella della bellezza, amare il creato, partecipando ad esso. Questo far partecipare gli altri di una consapevolezza così grande è una strada forse difficile da percorrere ma ne vale senz’altro la pena. Grazie per come sei e per quello che sai esprimere. Ti abbraccio fortissimo. Baci. Isabella PS Passa una dolce notte

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  6. Questo è un gran bel posto dove fermarsi a guardare, ascoltare, riflettere!! L’ amore per l’ Arte e l’ Arte, le Arti in sé, ovvero la Bellezza, sono e saranno la nostra salvezza!! In fin dei conti sono queste le finestre aperte sul mondo. C’è speranza…

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    1. Ti ringrazio sinceramente!
      Sai, a volte mi chiedo: “Cosa sarei se non amassi così tanto questa straordinaria Musa?”
      Trovo la risposta ascoltando il dolcissimo canto di mio padre, cantante lirico al “Teatro la Fenice”
      Quel canto, motivo dominante della mia infanzia…
      quel canto che mi ha condotto per mano a vivere questo mio grande AMORE!

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